IL Nostro Fantino: Giovanni Atzeni detto "Tittia"
Giovanni Atzeni, detto "Tittia", oltre ad essere un noto fantino su tutto lo scenario nazionale, appare come una persona affabile e disponibile, fortemente impegnato nel rivestire il ruolo di padre. Lo intervistiamo proprio in queste vesti, per telefono, con naturalezza, mentre sta accompagnando il piccolino a calcetto. Corre il 3 gennaio 2017, l'anno è agli albori e ci sono tutti i presupposti perchè la corsa giallo-blu si riveli accattivante, non conquistiamo il Drappo dal 1996 e, per tornare a centrare il bersaglio, ci affidiamo ad un fantino che ad Asti, finora, ha sempre condotto al successo chi ha riposto in lui la propria fiducia.
Dove sei nato?
In Germania, a Nagold. Si tratta di un comune situato nel land del Baden-Württemberg, nella Foresta Nera.
Quanti anni hai?
31
Come ti sei avvicinato al mondo dei cavalli?
Mio padre mi ha avvicinato ai cavalli durante la mia infanzia, in Germania. All’eta di 11 anni, ci siamo trasferiti in Sardegna e, da quel momento, quello che poteva essere definito un hobby si è trasformato in una grande passione. Dall’età di 13 anni ho iniziato a correre i primi Palii, bastava il consenso dei genitori. Ho partecipato, praticamente, a tutti i Palii dell’isola.
Quando è nata la trattativa con Don Bosco?
Quest’ inverno. Lo scorso anno, nasceva uno spiccato interesse nei miei confronti, infatti ho ricevuto una serie di visite che facevano ben sperare ad un eventuale trattativa, data la piacevole sensazione che l’incontro mi aveva lasciato. In caso di vittoria con il comune rosso-giallo avrei preso in seria considerazione la possibilità di passare al Borgo Don Bosco.
Sei stato contattato anche da altri comitati?
Si, due.
Finora ad Asti hai sempre portato il Palio ai comitati che ti hanno dato fiducia. Credi riuscirai a portare la vittoria due anni consecutivi?
Parto per lavorare bene e “fare le cose a modo”. L’obiettivo è quello di vincere. Se non è alla prima, è alla seconda.
Dopo tanti anni con i Nicesi e una serie di buoni piazzamenti, a Settembre, finalmente, è arrivata la vittoria. Cosa ha significato per te vincere il Palio a Nizza dopo tanti anni insieme?
Vi è un grandissimo rapporto di fiducia. Ho vinto per la famiglia. È stata una grande emozione scaturita dal bellissimo rapporto che si è creato con Pier Paolo Verri durante tutti questi anni.
A Legnano la tua Contrada ha scelto di metterti a disposizione i cavalli di Pusceddu. Come mai questa scelta?
La contrada di Legnarello ha un grandissimo rapporto con Walter Pusceddu, il suo cavallo in quella pista ha sempre fatto la differenza. Un anno fa il capitano di Legnarello ha fermato la scuderia per il Palio 2017. Sono davvero felice di questa scelta.
Ad Asti la scelta potrà ricadere sul purosangue che hai montato a settembre o hai altri cavalli interessanti in scuderia?
Ci sarà ancora da parlarne. C’è un cavallo fortissimo in stalla e desidero montare il più forte. Deve essere quello giusto con cui poter fare bene.
A proposito di cavalli questi sono giorni caldi sul fronte purosangue/mezzosangue nei palii italiani. Qual è il tuo punto di vista sulla vicenda?
Spero che non cambi nulla ma non sembra che si metta bene . Nonostante l’aria di tensione che si respira a riguardo, sono pronto a qualsiasi variazione.
Quali sono i mezzosangue che hai a disposizione che si potrebbero adattare ad una pista come quella di Asti se alla fine si dovesse correre con questi?
Ne ho 4. La prima si chiama Umatilla. Teresina mia, invece, l’ho appena acquistata e mi ha permesso di ottenere ottimi risultati in provincia. Un’altra candidata è Querida de Marchesana, ce l’ho danni. Per ultimo, Trattu de Zamaglia.
Che cosa significa per te correre il Palio?
Un sogno che avevo da ragazzo e che sono riuscito assolutamente a realizzare. Non si può vivere senza. Sono arrivato a correre tutti i palii in italia, è la mia vita, la mia felicità.
Per la tua famiglia il Palio è importante?
Si perchè mi ha dato soddisfazioni da tutti i punti di vista. Ho una casa circondata da molto terreno, una magnifica scuderia. Si tratta del lavoro della mia famiglia.
Oltre a quella di fantino pratichi qualche altra professione?
Si, quella del babbo.
intervista realizzata da Sara Trinchero